di Paolo Ianna
Dopo averne parlato nel mio ultimo post vorrei raccontare cosa ho percepito e assaggiato sabato 25 gennaio a Verona al Palazzo della Gran Guardia, dedicato per tre giorni alla presentazione degli Amarone della Valpolicella annata 2010, la prima che si può fregiare della denominazione di origine controllata e garantita, la DOCG.
Ho assistito al convegno che ogni anno fa il punto sullo “stato delle cose” per quanto riguarda il pianeta Amarone. Come sempre molto interessante l’analisi del mercato mondiale e le nuove strade da percorrere per divulgare questo grande vino che rappresenta in tutto il mondo il concetto di eccellenza enologica che ben si colloca in quel che viene percepito come Made in Italy.
Ho avuto modo di assaggiare 50 campioni di questo protagonista della scena vinicola veronese – alcuni già in bottiglia, altri ci entreranno più avanti – e ho potuto farmi l’idea che, a parte le scuole di pensiero a cui appartengono i produttori della Valpolicella che apportano comunque variabili piuttosto importanti nella bottiglia, l’annata 2010 sia una di quelle che danno al vino finezza ed eleganza, a differenza delle vendemmie degli anni precedenti, da cui si sono ottenuti Amarone di sottolineata alcolicità, con descrittori aromatici tendenti a sentori maturi e forte concentrazione.
Quindi un periodo di vendemmia che si riallinea alle stagioni del passato, quando si raccoglieva l’uva nel mese di ottobre, quando il ciclo vegetativo della vite aveva il tempo di arricchire i grappoli di tutto il corredo necessario a dar vita a questa nobile espressione enologica delle cinque vocate valli veronesi.
Buon Amarone!
(foto tratte dalla pagina facebook dell’evento)