di Paolo Ianna
Si sente spesso parlare di vini naturali. A volte chi ne parla, accentua il termine “naturale” con la dichiarata intenzione di coinvolgere l’interlocutore a prendere una posizione solidale o di accettare di doversi difendere dall’accusa di appoggiare chi produce vino con l’aiuto di chimica e altri “aiutini” tossici, nocivi per la salute di chi, ingenuamente pensa di bere un bicchiere di vino schietto e sincero. Difficile ribattere, anzi difficile ragionare su teorie approssimative senza andare a scaldarsi per puro spirito di contraddizione.
Come saperne di più su questi benedetti vini naturali, allora? Come farsi un’idea che poggi su fondamenta solide e che finalmente ci dia la possibilità di approfondire l’argomento serenamente, se non parlando direttamente con chi, questi vini, li produce e crede fino in fondo che il tempo dei vini “innaturali” stia ormai dietro alle nostre spalle. Tra qualche giorno, prenderanno vita le più importanti manifestazioni che si occupano della promozione del vino; la più nota è sicuramente Vinitaly, che dal 6 al 9 di aprile, nei capienti padiglioni della fiera di Verona, ospiterà, se si ripeteranno i numeri dell’edizione 2013, 150.000 visitatori di cui più di un terzo stranieri e 4.200 aziende espositrici da almeno 20 paesi. I giornalisti italiani e stranieri accreditati, presenti a Vinitaly sono stati ben 2.643.