di Paolo Ianna
Riprendo un argomento che mi è molto caro e che apre molte finestre: i metodi di valutazione delle guide. Ognuna ne ha uno o più di uno.
A volte condivisibili da “moltitudini”, a volte condivisi solo dalla cerchia di sole persone che amano certi tipi di vini e non si degnerebbero neppure di nominare aziende che non fanno parte di quella scuola di pensiero.
Forse non sono da definirsi scuole di pensiero, ma piuttosto linee editoriali che puntano a fidelizzare dei lettori attraverso parametri di giudizio condivisi a ragione o a torto, ma in ogni caso frutto di scelte a volte commerciali a volte esistenziali.
Ci sono le pubblicazioni delle Camere di Commercio o di enti locali che ovviamente promuovono anche piuttosto “benevolmente” la maggior parte delle aziende vinicole che rientrano nella loro area operativa e l’atteggiamento blandamente selettivo non scandalizza nessuno. Le guide “regionali” sono consultate anche per attingere ai contatti e ai dati riguardanti le aziende che si trovano in quelle pagine.
Altro è essere recensiti da una delle più autorevoli e diffuse guide italiane come Slowine, quella di Slowfood. Vengono ovviamente recensiti e premiati i migliori vini italiani che devono superare il giudizio di esperti e competenti degustatori, ma viene anche considerato qualche altro parametro che attualmente cerchiamo un po’ tutti come consumatori: che i prodotti rispondano anche al concetto di “Buono Pulito e Giusto” coniato da Carlo Petrini, fondatore e insostituibile anima dell’associazione.
“Buono” non ha bisogno di altre descrizioni, “Pulito”, sta a significare, che il prodotto deve derivare da agricoltura rispettosa dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda. Il termine “Giusto” sottolinea che il prezzo del vino deve essere congruo, che si deve operare esclusivamente nella legalità e con senso civico, i diritti degli operatori vanno riconosciuti e le tasse vanno pagate. Quindi Slowine si impegna anche a richiedere alle aziende che ambiscono a essere recensite e premiate, dei requisiti che potrebbe sembrare ovvio possedere, ma se vengono richiesti forse quel “Buono Pulito e Giusto” non è cosi dato per scontato nella vita di ogni giorno…